Premessa 1:
Bisogna sapere esattamente cosa accade all'esame orale per potersi preparare adeguatamente!
Riassumiamo: Gli studenti che scelgono di portare storia all'esame orale devono preparare 25 argomenti relativi al programma dell'ultimo quadriennio.
Ogni studente, 20 minuti prima della prova, estrae un numero corrispondente a uno dei 25 argomenti. Gli viene consegnata una cartella che contiene dei materiali iconografici, che hanno lo scopo di stimolare i ricordi e organizzare il discorso.
La pila delle 25 cartelle |
Sebbene lo studente non conosca il contenuto esatto delle cartelle, i materiali corrispondono sia a foto presenti sui manuali in uso sia a immagini presenti nei power point usati dal docente durante le lezioni.
L'esperienza ha mostrato che un grande numero di immagini, anziché essere di aiuto, si rivelava controproducente. Pertanto gli insegnanti del liceo hanno deciso di ridurne il numero.
Un esempio di cartella |
Nel corso dei quattro anni l'insegnante ha spesso chiesto agli studenti di illustrare una immagine, una carta storica, ecc. Lo scopo di questa attività, oltre al miglioramento dell'esposizione orale, era quello di evitare di arrivare all'esame, aprire la cartella e non sapere trarre alcuna informazione dai materiali contenuti. Sappiamo che molti non ascoltano gli interventi dei compagni. Forse all'esame se ne pentiranno!
Premessa 2:
Vi sono grandi differenze tra lo studio per un test o una interrogazione orale e lo studio per l'esame orale.
Innanzi tutto, i test e le interrogazioni sono su poche pagine del libro e su argomenti spiegati nelle settimane immediatamente precedenti la prova; l'esame orale, invece, riguarda un programma enorme, svolto in quattro anni.
Va anche considerato che la maggioranza delle verifiche affrontate nel corso del quadriennio era, per necessità di tempo, costituita da test scritti [Per fare un esempio: le lezioni di storia in italiano in VI C sono state quest'anno {2014/15} solo 46! Come si sarebbe potuto interrogare oralmente 30 studenti?]
È necessario dunque che il "candidato" si eserciti a parlare.
Indicazioni pratiche:
- a casa, disporre sulla propria scrivania i manuali e i quaderni con gli appunti presi nei quattro anni. Tener conto che ora la lettura sarà molto più veloce e più facile, mentre negli appunti si potranno notare errori dovuti alle minori abilità linguistiche degli anni passati. Ovviamente, bisogna correggere ed evitare questi errori! Ecco perché è importante il libro!
- chi non avesse più gli appunti, o chi non avesse mai fatto ciò che gli si è ripetuto all'infinito di fare, sarà costretto a farlo ora!
- utilizzare la lista dei 25 argomenti come traccia per l'esposizione: sebbene le indicazioni siano essenziali, ci sono già le cose più importanti che i commissari si aspettano di sentire.
- dopo aver riletto i capitoli e gli appunti, ripetere ad alta voce, senza fogli davanti.
- tener conto che si avranno a disposizione solo 12 minuti per la parte in italiano (e 8 per quella in ceco, su altri 25 argomenti).
Sappiamo che nella prima parte la commissione ascolta lo studente. È dunque importante sfruttare al meglio questa fase, dando l'impressione di dominare l'argomento e selezionando le informazioni più rilevanti. Un buon modo per cominciare è fornire una definizione del fenomeno.
La durata di questa prima parte è variabile, ma il prof. Torresani ha sempre ripetuto che l'insegnante interromperà lo studente non appena questo "divagasse" o facesse gravi errori. Bisogna dunque prepararsi a parlare in modo sciolto e corretto. Infatti, di fronte a un intervento ben articolato e chiaro, i commissari, estasiati, saranno disposti a rimandare l'inizio della seconda parte.
In ogni caso, anche di fronte a interventi eccellenti, dopo qualche minuto l'insegnante inizierà a porre delle domande. Per prepararsi a rispondere, si possono riutilizzare le domande contenute nelle fotocopie e nei test. Infatti, per quanto possa essere vario e imprevedibile l'andamento del colloquio, i dati più importanti sono quelli.
Errori nella preparazione:
* utilizzare gli appunti di altri compagni;
* ripetere frasi che non si è in grado di spiegare;
* ripetere i soliti errori linguistici (ad esempio, "la Roma" quando si vuole parlare della città e non della squadra di calcio).
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