22.3.15

Esposizioni orali (1): storia romana


Gli argomenti che abbiamo scelto per la prima esposizione orale della classe III riguardano la civiltà romana.

1. I colli di Roma
2. Il castrum romano e la struttura delle città romane
3. Le strade romane. Un esempio: la Via Appia
4. Il Colosseo
5. I Fori
6. L'Ara Pacis
7. Le terme romane. Un esempio: le Terme di Caracalla
8. Il Pantheon
9. Villa Adriana
10. La scultura romana: La colonna di Traiano
11. Gli archi di trionfo
12. La scultura romana: i busti
13. La scultura: il monumento equestre di Marco Aurelio
14. Pompei: gli scavi archeologici
15. Leptis Magna: un esempio tra i tanti di una città romana in Libia
16. Gli acquedotti romani. Un esempio: l'acquedotto di Segovia in Spagna
17. Il latino: la lingua dei romani.

Esposizioni orali: guida


Premessa

Uno dei problemi degli insegnanti è il tempo: è sempre troppo poco rispetto alla mole enorme di argomenti che si dovrebbero affrontare e che ci si aspetta che gli studenti conoscano.

È per questo che nel nostro corso quadriennale di storia in italiano la maggioranza delle verifiche è scritta e non orale.

Tuttavia, in considerazione anche del fatto che l'esame di maturità di storia è orale, bisogna prevedere dei momenti in cui gli studenti possano esercitarsi a esporre oralmente.

Ecco perché almeno due volte l'anno ogni studente deve esporre alla classe un argomento su cui ha condotto una ricerca.

Istruzioni

Lo studente potrà utilizzare una presentazione power point.

Tutti i compagni dovranno ascoltare in silenzio e prendere appunti. Le esposizioni orali sono a tutti gli effetti una lezione e gli argomenti parte integrante del programma. Al termine di un certo numero di esposizioni orali il docente potrebbe proporre alla classe un test sulla base di quanto detto in classe durante le esposizioni.

Ogni studente dovrà parlare (e non leggere) per almeno 5 minuti ma non più di 15 minuti. Allo scadere dei 15 minuti lo studente verrà in ogni caso interrotto per permettere al docente di proseguire con il programma regolare [un po' come quando suona la campanella e interrompe la lezione].

L'esperienza ha mostrato che vi sono sempre degli assenti. Pertanto è meglio lasciare inalterati gli abbinamenti data-studente fissati all'inizio e prevedere che gli assenti slittino alla fine del giro.

Non è possibile prevedere più di uno studente all'ora.

Obiettivi

Gli scopi di questa attività sono molteplici:

1. permettere agli studenti di esporre oralmente, e non solo attraverso test scritti, e di mostrare le proprie abilità;

2. coinvolgere tutti gli studenti, anche quelli che non intervengono mai durante le lezioni dialogate;

3. prepararsi alla maturità, che, oltre alla presenza di un tema storico tra le tracce dell'esame scritto, prevede appunto una interrogazione orale.

Le fasi dell'intervento orale

- Esplicitare l'argomento (schermata 1: cognome e nome, titolo, classe o anno scolastico)

- Esporre (schermate successive)

- Citare le fonti utlizzate (ultima schermata)

- Ringraziare i compagni per l'attenzione / I compagni potrebbero applaudire

- Chiedere se ci sono dubbi o domande

- Rispondere alle domande

- Ascoltare con interesse le eventuali osservazioni del docente sulla presenza di errori scritti o orali

Un buon metodo è quello di chiedere all'inizio ai compagni di stare attenti, senza preoccuparsi di trascrivere sul quaderno tutto quello che compare sulle schermate, e prevedere un riassunto per punti alla fine (penultima schermata)

Un altro suggerimento è quello di concordare col professore un controllo del power point in anticipo rispetto al giorno fissato dal calendario per la propria esposizione. In questo modo non ci sarebbero errori nelle schermate.

Errori comuni

* Leggere anziché parlare.

* Limitarsi, nelle schermate, a un "copia e incolla" da internet, senza tener conto del reale livello linguistico dei compagni. Presentare dunque testi troppo difficili, che non si è in grado di spiegare.

* Limitarsi a una sola fonte: wikipedia.

* Infastidirsi se, al termine della presentazione, l'insegnante fa notare alcuni errori, senza considerare che la preoccupazione del docente è che i compagni, magari inconsapevoli dell'errore, finiscano per riprodurlo a loro volta.

* Non avere calcolato bene i tempi e infastidirsi se, al termine dei 15 minuti, l'insegnante si vede costretto a interrompere per potere proseguire il programma regolare.

* Non prendere appunti.

* Pretendere sempre e comunque voti alti.

* Non considerare che il voto tiene conto non solo delle immagini e dell'aspetto esteriore della presentazione, ma soprattutto delle abilità nell'esporre, del grado di padronanza dell'italiano.

17.3.15

Roma, la monarchia: guida allo studio


Questa "unità" corrisponde alla pagina 46 del manuale in adozione.

Ci dovrebbero volere tre ore di lezione per spiegare l'argomento.

Rispondi utilizzando il metodo della ripresa parziale della domanda, come nel primo esempio.

1. In quali fasi si è soliti suddividere la storia romana:
    Si è soliti suddividere la storia romana in tre fasi: ... 

Guarda l'immagine di copertina del power point oppure la foto a p. 46 e poi rispondi sul quaderno:

Fonte

2. Cosa rappresenta?

3. Cosa fanno i due bambini?

4. Cosa fa la lupa?

5. Chi sono i due bambini? 

6. Come mai sembrano identici?

7. Come mai i Romani hanno scelto proprio questo simbolo?

8. Che differenza c'è tra "storico", "leggendario" e "fantastico"? = In che senso una leggenda si trova a metà strada tra "vero" e "falso'?

9. Chi è Omero?

10. Chi è Virgilio?

Un mosaico del III secolo d. C. esposto al
Museo del Bardo di Tunisi [Fonte]

11. Cosa scrissero?

12. Cos'è un poema epico?

13. A quale guerra fanno riferimento i poemi epici scritti da Omero e da Virgilio?
      I tre poemi epici fanno riferimento alla ...
    L'Iliade parla ...
    L'Odissea racconta ...
    L'Eneide narra ...

14. Quale dei due poeti era greco?

15. Quale dei tre poemi è scritto in latino?

16. Dove si trova la Grecia?

17. Dove si trovava Troia?

18. Dove si trovava Cartagine?

19. Dove si trova il Lazio? Da chi era abitato?

20. Chi è Enea? 

21. Chi era la madre di Enea?

22. Chi è Ascanio?

23. Chi è Anchise?

24. Chi è Didone?

25. Chi è Latino?

26. Chi è Lavinia?

27. Chi è Turno? 

28. Chi è Rea Silvia?

 Un quadro di Rubens (un pittore olandese del 1600) (Fonte)


29. Cosa significa "vestale"? Cosa facevano le vestali?

30. Chi era il padre dei due bambini allattati dalla lupa?

31. Chi ritrovò i piccoli? 

32. Chi li prese poi con sé? Che cosa può esserci di "storico" in questo ultimo dato? 

33. Secondo la leggenda, quanti e quali sarebbero stati i re di Roma?

34. È credibile che siano stati così pochi? 

35. Rileggi più volte il paragrafo Tra leggenda e realtà e abbina le caratteristiche della prima colonna ai singoli re, come nell'esempio.
NB: Nella prima colonna abbiamo riformulato [ossia usato altre parole, più semplici] le frasi del manuale. Scrivi a fianco, tra virgolette, l'espressione usata dal libro.

Secondo la leggenda, avrebbe fondato Roma ≈ "leggendario fondatore" ≈ Romolo
Era un etrusco. Fu cacciato perché autoritario, violento e crudele ≈ "..." ≈ ...
Promosse opere pubbliche ≈ "..." ≈ ...
Organizzò la religione ≈ "..." ≈ ...
Era un etrusco ≈ "..." ≈ ...
Allargò il territorio; conquistò Albalonga ≈ "..." ≈ ...
Costruì le mura della città ≈ "..." ≈ ...
Conquistò la zona di Ostia ≈ "..." ≈ ...

36. Quali funzioni aveva il re?

37. Come si accedeva al trono?

38. Da chi era eletto il re?

39. Come mai si passò alla repubblica?

40. Come era strutturata la società romana arcaica?

41. Che cosa era una "gens" [parola latina; plurale: "gentes"]?

42. Che cosa indicava una "familia" [parola latina; plurale "familiae"]?

43. Spiega i seguenti termini: "paterfamilias" [lat.], schiavo, cliente.

ESERCIZI

UNO. Ecco un elenco di sinonimi; cancella la parola che non appartiene al gruppo, come nell'esempio.

esempio: il monarca, il re, il "capo", lo schiavo, il sovrano
nobile, aristocratico, patrizio, plebeo
antico, arcaico, vecchio, recente

DUE. L'italiano è una lingua neolatina; pertanto molte parole dell'italiano odierno derivano dal latino, la lingua dei Romani. Scrivine alcune contenute nelle pagine 46-47.

Esempi: "familia" = la famiglia, "patres" = i padri

NB: in latino, come in ceco, esistevano le declinazioni e i casi; viceversa non esistevano, come in italiano, gli articoli.

L'origine latina compare spesso in alcune parole dotte, del lessico elevato. Scrivi da dove derivano e cosa vogliono dire le seguenti parole:

senile, senilità
derivano dal lat. ... che significa ...

TRE. Rileggi più volte il paragrafo Le origini di Roma e spiega oralmente il significato dei seguenti termini geografici:

termine geografico - aggettivo derivato
fiume  -  fluviale
colle / collina   - ...
foce
ansa
isola - ...
mare - ...
città - ... ma anche urbano
porto   

Come mai gli aggettivi fluviale, insulare, urbano sono lievemente diversi?
Perché derivano dal latino: "flumen, fluvius", "insula", 'urbs".

16.3.15

Gli Etruschi: guida allo studio


Questa "unità" corrisponde alle pagine 44-45 del manuale in adozione. In aggiunta, bisogna consultare dei siti online.

Ci dovrebbero volere tre ore di lezione per spiegare l'argomento.

Rispondi utilizzando il metodo della ripresa parziale della domanda, come nel primo esempio.

1. Cos'era l'Italia all'inizio dell'età del ferro?
    All'inizio dell'età del ferro l'Italia era ...

2. Quali popoli dominavano larghe aree della penisola?
    ...

3. Quali zone occupavano i tre popoli principali (Cartaginesi, Greci, Etruschi]?
    ...

4. Quali città fondarono gli Etruschi?
    ...

5. Il paragrafo intitolato La civiltà etrusca riproduce lo schema tradizionale della presentazione di un popolo. Leggilo più volte e individua l'inizio e la fine dei seguenti elementi: la politica, la società, l'economia, la cultura, la religione.

La tabella da completare.
I cinque punti corrispondono agli elementi che
di solito si citano quando si spiega un popolo.

6. Trasforma gli appunti in frasi complete.

7. Quali caratteristiche aveva lo stato etrusco?

8. Quali erano le principali città-stato?

9. Cosa significa "città-stato"?

10. Chi erano i "lucumoni"?

11. Com'era divisa la società etrusca?

12. Quali erano le principali attività economiche degli Etruschi?

13. Fai una ricerca online sull'architettura e sull'arte etrusche. Descrivi un tempio etrusco. Descrivi una statua etrusca. Descrivi un vaso etrusco.

14. Cosa pensavano gli Etruschi della morte?

15. Com'erano le necropoli? Com'erano le tombe? Dove erano posti i cadaveri?

Esercizi per casa:

UNO. Guarda una carta muta dell'Italia e colloca al posto giusto i seguenti termini geografici (osserva attentamente gli articoli e rammenta alla memoria le regole)

la Sardegna, la Sicilia, Roma, il fiume Po, la Pianura Padana, il Mar Tirreno, il Mar Adriatico, la Liguria, il Veneto

DUE. Individua sulla carta di p. 44 i popoli italici e completa l'elenco.

Italici, C-..., L..., V-..., E-..., P-..., U-..., S-abini, L-..., D-auni, S-anniti, J-apigi, 0-sci, L-..., M-essapi, B-ruzii, S-..., S-...

TRE. Quali termini geografici [nomi propri di città o regioni] ricordano i nomi dei popoli italici? Completa la seconda colonna.

gli Italici - l'Italia
i Liguri - la ...
i Veneti - il ...
i Piceni - Ascoli P-... (la città)
gli Umbri - l' ...
i Latini - il ...
i Lucani - la Lucania = oggi: la Basilicata
i Siculi - la ...
i Sardi - la ...

QUATTRO. Quali aggettivi del lessico contemporaneo richiamano i nomi dei popoli italici? Completa la terza colonna.


gli Italici - italico [qual è la differenza con "italiano"?]
i Liguri - ...
i Veneti - ...
gli Etruschi - ...
gli Umbri - ...
i Latini - ...
i Lucani - lucano
i Siculi - siculo [qual è la differenza con "siciliano"?]
i Sardi - ...

CINQUE. Affianca gli aggettivi della terza colonna con dei sostantivi non banali. Completa la quarta colonna con esempi in cui compare l'aggettivo.

il vino italiano, ...
il Mar Ligure, ...
la Laguna veneta, ...
le tombe etrusche, ...
il paesaggio umbro, ...
la lingua latina, ...
l'Amaro lucano (= un liquore)
le arance siciliane, ...
un pastore sardo, ...

SEI. Formula oralmente delle frasi con gli esempi da te aggiunti alla colonna quattro.

Es. Il vino italiano è rinomato. Ho comprato una bottiglia di vino italiano. 

SETTE. Fai una ricerca online sui siti in italiano che hanno a che fare con gli Etruschi; trascrivi il nome di ALMENO un sito per ognuno dei tre punti seguenti. Prendi appunti ordinati sul tuo quaderno e preparati a illustrare ai compagni il contenuto delle pagine consultate.

* Musei etruschi: ...

* Zone archeologiche: ...

* Città italiane che conservano importanti testimonianze etrusche: ...

Lessico da memorizzare:

a. C. = avanti Cristo, d. C. = dopo Cristo, sec. = secolo, VII secolo NON VII. secolo
i lucumoni, gli aristocratici, l'aristocrazia, i sacerdoti, i servi
la classe sociale, i ceti (sociali), il ceto popolare
il popolo: due significati
l'agricoltura, l'allevamento, il commercio, l'estrazione di metalli, il giacimento minerario
la flotta, la flotta mercantile
l'architettura, l'architetto, l'ingegnere, la costruzione, il costruttore, costruire
la necropoli, necro-, -poli, il tempio (pl. i templi)
differenza tra i tempi e i templi
il culto, la tomba, il defunto
la parete, parietale (agg.), l'affresco, affrescare
la ceramica, il vaso, il sarcofago (pl. i sarcofagi), la terracotta

15.3.15

Le presentazioni power point


Gli studenti cechi apprezzano molto l'uso, durante le lezioni, di presentazioni power point.

Per le lezioni del corso di storia in italiano sono state create una trentina di presentazioni.

Tutte sono caratterizzate dai seguenti elementi:

* vi è una prima "copertina" che riporta il nome dell'autore e del liceo;

* vi è una seconda "copertina" con il titolo dell'argomento;

* le slide sono caratterizzate da vari tipi di sfondo:

- bianco per i contenuti da studiare
- azzurro per il lessico da memorizzare
- beige per i suggerimenti metodologici
- verde per la segnalazione di qualche dato

* l'ultima slide riporta i capitoli e le pagine da cui sono stati tratti i testi e le fonti che si sono utilizzate per l'elaborazione.

In genere si sono adottati due "modelli": uno per le presentazioni relative al volume in uso in terza e in quarta (Il lavoro dell'uomo) e un altro per i due volumi in uso dal secondo quadrimestre della quarta alla sesta (L'ora di storia essenziale).

Esempio di prima copertina con il modello adottato per il primo anno

Esempio di seconda copertina con il modello adottato per il primo anno

Esempio di slide finale (Fonti) con il modello adottato per il primo anno

Esempio di prima copertina con il modello adottato per gli ultimi anni

Esempio di seconda copertina con il modello adottato per gli ultimi anni


Esempio di slide finale (Fonti) con il modello adottato per gli ultimi anni

Per quanto riguarda le informazioni e le parole stesse, ci si è tenuti il più vicini possibile al testo di partenza, ossia a quello dei tre libri appena citati.

A nostro avviso, il principale vantaggio delle presentazioni è la presenza, accanto ai testi, di immagini che dovrebbero aiutare lo studente a "visualizzare" i concetti.

Solo in un secondo momento, ossia quando abbiamo deciso di creare il blog, ci siamo accorti di una grave mancanza: che nelle note non era stata riportata, come sarebbe stato più corretto fare, la fonte esatta delle immagini. Tuttavia un lavoro di recupero di questi dati avrebbe richiesto troppo tempo. È per questo che le presentazioni non sono disponibili online.

13.3.15

I principali errori degli studenti di storia in italiano: errori metodologici


Nei quattro anni in cui ho insegnato a Praga ho più volte constatato in molti studenti alcuni errori metodologici.

Ecco un breve elenco, che ha lo scopo di sollecitare da parte dei ragazzi una autoanalisi e di fornire indicazioni per chi volesse davvero imparare bene.

Ovviamente, molti errori sono commessi anche da studenti di altre materie, di altre scuole e di altre nazionalità!

1. non stare attenti durante le lezioni e fare altro: consultare in modo patologico il cellulare (nonostante sia vietato e nonostante all'inizio dell'ora venga sempre ripetuto di spegnere i cellulari e di lasciarli nello zaino); eseguire i compiti per la lezione successiva; ecc.

Il banco di due studenti durante una spiegazione

2. non ascoltare la spiegazione e limitarsi a scrivere forsennatamente quanto compare nelle schermate dei power point, neppure se il docente ha appena ripetuto, per l'ennesima volta, che bisogna prima ascoltare e cercare di capire, e poi scrivere sul quaderno.

3. non prendere appunti.

4. non scrivere gli appunti sul quaderno, ma sulla fotocopia dove lo spazio è insufficiente.

Una fotocopia e il quaderno di uno studente:
il quaderno è bianco perché non scrive mai nulla

5. pensare che la materia sia "storia" e non, come in effetti è, "storia in italiano". Un corollario di questo gravissimo errore è quello di non tenere un glossario delle parole chiave in italiano, di non memorizzare le parole e le regole.

6. a casa, non consultare MAI il registro online in cui sono riportati in modo molto dettagliato gli argomenti della lezione e i compiti. La cosa strana, almeno per me, è che questa consultazione NON viene fatta neppure dagli studenti assenti per settimane!

Una pagina del registro online, in cui sono chiaramente indicate
le cose da fare a casa, la data in cui sono state assegnate e
la data per cui vanno fatte.

I compiti sono anche indicati sulle fotocopie;
lo studente dovrebbe completare con la data.

7. non studiare in modo regolare, di volta in volta, e rinviare lo studio al giorno prima del test.

8. studiare per il test all'ultimo secondo e pensare di farcela in "poche orette" o in qualche minuto anche quando l'argomento è molto complesso.

9. non studiare sul libro, come ripete continuamente l'insegnante, ma su altre fonti, non rendendosi conto che, proprio per agevolare gli studenti nello studio e per aiutarli a migliorare la padronanza della lingua, tutte le fotocopie, tutte le presentazioni e tutti i test sono stati pensati e creati appositamente a partire dai manuali in adozione.

10. utilizzare mille sotterfugi per copiare durante le prove: alcuni consegnano all'inizio dell'ora un vecchio cellulare e poi ne usano uno nuovo per copiare; altri ricorrono ai "tradizionali" "bigliettini" su cui hanno precedentemente trascritto le informazioni. È tipico trovare risposte identiche a pagine del libro, con periodi che nessuno studente (anche italiano!) sarebbe in grado di formulare. Altrettanto consueto, da parte di questi "imbroglioni", l'atteggiamento mistificatorio di chi non accetta che il docente pretenda di interrogarli; si sono fermamente convinti di avere risposto loro, e non di avere copiato.

Uno dei tanti "bigliettini", nascosto dentro il foglio di protocollo.

11. dare troppa importanza al voto e non considerare che questo è secondario rispetto alla acquisizione di nozioni, di un metodo di studio efficace, di capacità logiche o critiche. Un corollario è la pretesa di avere sempre almeno 3 e di contestare i 4 (= sufficiente) e i 5 (= insufficiente).

12. pretendere sempre e comunque voti alti, indipendentemente dalla propria prestazione e dal proprio impegno.

13. non controllare nessuno degli errori segnalati durante la correzione cosicché saranno presenti all'infinito nelle prove successive (si veda anche il post sugli errori linguistici).


14. se assenti, non preoccuparsi minimamente di quanto fatto in classe e a casa dagli altri, e pensare di essere nel giusto dicendo "candidamente": "Ma io ero assente!"

15. considerarsi delle "monadi", del tutto staccate dal resto della classe, e pensare che, se il professore chiede al compagno di classe qualcosa, sta parlando solo con lui e non con tutti! Ciò rende di fatto impossibile qualsiasi attività di gruppo, qualsiasi discussione, qualsiasi lezione dialogata, perché nessuno sta a d ascoltare ciò che dice il vicino.

16. Insomma: non essere interessati a niente, se non all'ultimo messaggio ricevuto sul cellulare!

E per concludere, ecco alcune frasi tipiche:

* Cominciamo da una frase proverbiale, ripetuta all'infinito dai ragazzi, e dietro a cui si nasconde tutta una mentalità: "Non è un mio problema!" L'esclamazione "passe-partout" varrà per un'infinita gamma di occasioni. Il "problema" è sempre degli altri e il ragazzo non è mai disposto a farsi coinvolgere!

* Durante un'ora di storia in italiano sentirete infinite volte l'esclamazione: "Ma questa materia non è italiano; è storia!" (sottinteso: è inutile che lei spieghi o pretenda che io sappia alcune parole chiave o alcune regole dell'italiano)

* Domanda retorica dell'insegnante: "Cosa c'era di compito per oggi?" Risposta: silenzio! nessuno lo sa!

* Domanda retorica del docente: "Cosa c'è scritto sul registro online? Cosa c'è scritto sulla fotocopia alla voce 'Compiti per la prossima lezione', ossia per oggi?" Tutti si guardano l'un l'altro come a chiedersi: "Sul registro online vengono riportati i compiti?! Sulla fotocopia sono segnati i compiti?!"

* Un corollario della frase precedente è la domanda che certi studenti fanno il giorno prima del test, dopo che per settimane si è spiegato lo stesso argomento: "Su quale argomento è il prossimo test?"

* Domanda retorica del professore: "A che pagina/a che capitolo/a che fotocopia siamo?" Risposta: alzata di spalle, come a dire: "Perché dovrei saperlo? Perché me lo chiede? Ma non lo sa lei?"

* "Ma io per il test sulle ultime 10 ore di lezione ho studiato a casa ben DUE ore! Come faccio ad avere avuto nel test "solo" 3?!" [3 = più che sufficiente] Verrebbe da rispondere: "Tesoro, con così poco tempo dedicato allo studio, il test doveva essere proprio di una facilità estrema se hai ottenuto una valutazione così alta!" Un corollario è l'idea che 3 non sia, come in effetti è, un buon voto. Solo 5 è insufficiente e 4 non comporta l'esame.

* "Ma io ero assente!" (sottinteso: e dunque non sono tenuto a sapere e a fare niente; l'assenza varrà per sempre a giustificazione di non sapere nulla di quanto spiegato quel giorno; il registro online, come abbiamo detto, non viene MAI consultato; la sezione delle fotocopie con l'indicazione del compiti "per la prossima lezione" non viene mai notata o completata con la data)

* Domanda: "Cosa ho appena chiesto al tuo compagno di banco?" Risposta: "Non lo so! Lo stava chiedendo a lui, non a me!"

* Qualsiasi domanda all'interno di una lezione che si vorrebbe "dialogata": "Cosa significa ciò che abbiamo appena letto?", "Cosa ne pensate?" Risposta immancabile: "Qual era la domanda?", "Non ho sentito."

* Domanda: "Cosa ne pensate? Ops, scusate, così non funziona, lo sappiamo bene. Mi correggo: Cosa ne pensi tu?" ... "E tu?" ... "E tu?" Risposte in successione: "Qual era la domanda?" ... "Qual era la domanda?" ... "Qual era la domanda?"

* "Ma io non studio sul libro; studio su internet!"

11.3.15

Come migliorare il metodo di studio (1): il controllo delle correzioni


Gli insegnanti dedicano moltissimo tempo alla correzione e alla valutazione dei test.

Ci sono tanti modi di correggere: sottolineare in rosso, aggiungere la correzione oppure lasciare che sia lo studente a controllare sul libro.

Il professore di storia in italiano approfitta spesso delle correzioni per richiamare alla mente dello studente delle regole grammaticali.

Esempio 1: il professore ha cerchiato in matita due verbi per
ricordare allo studente che bisogna concordare i tempi

Esempio 2: si segnala allo studente che nella risposta
ha inserito un articolo che mancava nella domanda

Esempio 3: non viene rispettata la regola della concordanza
Esempio 4: vi è una asimmetria

Purtroppo, alcuni studenti interessati solo al voto non leggono attentamente le correzioni. Le correzioni dovrebbero servire allo studente per non commettere più quell'errore. Se non si guarda o se non capisce una correzione, le volte successive si sbaglierà di nuovo.

Gli studenti più diligenti trascrivono sul quaderno gli errori commessi con a fianco la correzione. Regolarmente riguardano queste tabelle per non sbagliare di nuovo.

Attività:

Controlla sul post dedicato agli errori linguistici più comuni quelli che tu non commetti.

I test: alcune regole


Al termine dello studio di uno o più capitoli vengono assegnati dei test di verifica.

Considerato l'obiettivo che si vorrebbe raggiungere con il blog, ossia la presenza online di un  "deposito" di materiali da utilizzare per lo studio, questi test non compaiono sul blog.

Val qui la pena di accennare ad alcune regole che alcuni studenti fanno fatica a rispettare.

1.

Innanzi tutto sul foglio vanno riportati il cognome e nome, la classe (III C o 3˚ C NON 3C o 3.C) e la data.

2.

Va sempre indicato un "titolo" (Test, Verifica, Prova) perché chiunque deve capire di cosa si tratta (e non appunto di un tema, un riassunto, ecc.).

3.

Le risposte vanno elencate rispettando obbligatoriamente l'ordine progressivo fissato dal docente (1, 2, 3, ecc. e non 5, 2, 4, ecc.). Basterebbe calcolare in anticipo gli spazi e poi si potrebbe partire dalla risposta che si vuole.

Devo ammettere che dopo "anni" di insistenza, questo dell'impaginazione è uno dei pochi obiettivi relativi all'acquisizione di un metodo davvero raggiunti da tutte le classi.

Per aiutare a impaginare viene talvolta fornito uno schema

4.

La maggioranza dei test del nostro corso di storia in italiano sono dei questionari.

Bisogna sempre tenere a mente che ci sono due modi per rispondere: il primo prevede la ripresa parziale della domanda; il secondo no.

Il primo va obbligatoriamente usato quando sul foglio non compare la domanda. Il secondo può essere usato quando le risposte possono essere scritte direttamente sulla fotocopia, dopo la domanda.

Nel primo caso, infatti, chi legge potrebbe non capire; nel secondo, invece, la presenza della domanda permette a chiunque di capire.

Il presupposto è che qualsiasi persona che legga il test deve capire. Ma come si possono comprendere certe risposte se manca la domanda?

Facciamo un esempio:

Domanda: Cos'era l'Italia all'inizio dell'età del ferro?

Risposta con la ripresa parziale della domanda: All'inizio dell'età del ferro l'Italia era un mosaico di popoli.

Risposta senza la ripresa parziale: Un mosaico di popoli.

Esercitarsi a riprendere nella risposta parte della domanda aiuta a formulare delle frasi sensate.

Un esempio delle istruzioni di un test di terza in cui si segnala
la possibilità di non usare il metodo della ripresa della domanda,
dato che le risposte possono essere scritte sulla fotocopia

Un altro esempio: le istruzioni di un test di sesta

Errori:

* Non scrivere il proprio cognome e nome, la classe, la data.

* Non indicare che tipo di prova si sta facendo.

* Non rispettare l'ordine delle risposte.

* Non impaginare bene, sfruttando tutto il foglio e lasciando al docente gli spazi necessari per le correzioni.

* Non firmare per presa visione quando il professore riconsegna la prova corretta e valutata.

Lo studente ha lasciato bianca la prima facciata,
non ha riportato nessun dato e non ha indicato
la tipologia testale ('Test' è stato aggiunto dal docente)


Lo stesso studente ha concentrato tutte le risposte
nella seconda facciata, lasciando bianche la terza e la quarta

Come prepararsi ai test


L'insegnante segnala sempre il test almeno una settimana prima per dare agli studenti la possibilità di fare domande nella lezione tra l'ultima spiegazione e la prova.

Dato che la maggioranza degli studenti aspetta l'ultimo secondo per prepararsi, pochissimi approfittano di questa opportunità. Ci sono addirittura alcuni che dopo ore e ore di spiegazioni dello stesso capitolo chiedono su cosa verterà la prova!

In ogni caso, prepararsi al test significa:

- leggere più volte il manuale;
- utilizzare le fotocopie e gli appunti sul quaderno come guida per l'individuazione dei concetti più importanti o come traccia per il ripasso;
- memorizzare le parole chiave e i concetti;
- ripetere ad alta voce, senza niente davanti.

Se uno studente è stato assente dovrebbe chiedere gli appunti a un compagno o all'insegnante qualora nessuno sia disposto a darglieli.

È sbagliato "studiare a memoria", ossia ripetere senza capire.

10.3.15

La lezione "dialogata"


Ci sono vari tipi di lezione: la lezione "frontale", in cui il docente spiega e gli alunni prendono appunti, oppure la lezione "dialogata", in cui l'insegnante alterna le spiegazioni a delle domande.

La lezione "dialogata" presuppone che TUTTI stiano attenti e che TUTTI ascoltino quanto un compagno dice.

La lezione dialogata non è possibile se quando parla un compagno gli altri ragazzi si sentono autorizzati a fare altre cose. Il dialogo non è a due (tra il professore e un solo studente), ma tra tutti i presenti.

Rispondi:

* Come mai è così difficile ottenere nella nostra scuola una lezione dialogata?

9.3.15

FARE I COMPITI significa...


Pochissimi studenti del nostro liceo sembrano capire l'espressione "fare i compiti". Val dunque la pena di ricordare:

- i compiti vanno fatti a casa e non in classe.

- qualsiasi insegnante italiano ritira i compiti all'inizio dell'ora e trova molto strano vedersi consegnare alla fine dell'ora un "compito" che non si aveva all'inizio; viceversa gli studenti del nostro liceo trovano "normale" fare il compito mentre il docente di storia spiega e consegnarlo alla fine dell'ora. Non comprendono in alcun modo il rifiuto da parte del docente di ritirare alla fine dell'ora un compito che non si aveva all'inizio.

- i compiti vanno fatti anche se la volta dopo non vengono ritirati perché servono allo studente per verificare se ha capito.

- studiare immediatamente prima del test, e non di volta in volta, è un grave errore perché non si ha il tempo di assimilare davvero le nozioni e soprattutto perché si farà fatica a comprendere ciò che il professore dirà la volta dopo. Le lezioni, infatti, presuppongono che si sappia cosa si è detto le volte precedenti. Non è possibile ricominciare sempre da capo o ripetere sempre le stesse cose.

- gli assenti devono fare i compiti che i loro compagni hanno fatto nel frattempo. Viceversa sembra "normale" per uno studente del nostro liceo non fare nulla per recuperare.

Il professore di storia in italiano segnala sempre i compiti in due modi: sulla fotocopia e sul registro elettronico.

È sorprendente che alcuni ragazzi non consultino mai il registro elettronico.

Una pagina del registro online. Sono chiaramente indicate:
le cose da fare, la data in cui il lavoro è stato assegnato;
la scadenza

Sulle fotocopie la dicitura "Compiti per il ..." oppure "Compito per la prossima lezione ..." andrebbe sempre completata dallo studente con la data. Inutile dire che non accade quasi mai.

Una fotocopia con la parte finale della lezione;
lo studente non ha completato la frase con la data

Se un esercizio va fatto sul quaderno, bisogna che sia chiaro dove inizia e dove finisce, per non confondere gli esercizi con gli appunti o con il glossario.

Un compito a caso (quarta):
lo studente non ha completato le frasi

Un compito a caso (quinta):
lo studente non ha completato la tabella

Il metodo di studio: lessico di base


1. Trascrivi sul tuo quaderno di storia, disponendole anche tu in colonna, tutte le parole che troverai elencate in colonna.
2. Aggiungi prima di ogni vocabolo l'articolo determinativo.
3. Scrivi a fianco di ogni termine la traduzione in ceco.
4. Spiega oralmente, in italiano, il significato delle parole. Se non lo sai, puoi consultare uno dei vocabolari monolingue il cui link si trova nella colonna a destra del blog.

Parole chiave che l'insegnante userà spesso nel corso del quadriennio:

la lezione = lekce
... libro = ...
... manuale = ...
... capitolo = ...
... paragrafo (1) = ... è una delle parti in cui viene diviso un capitolo
... paragrafo (2) = ... è una porzione di testo posta tra due punti e a capo
... scheda = ...  [NB: nel volume in adozione in III vengono chiamate "schede" i capitoli]
... carta geografica = ...
... mappa = ...
... pianta = ...
... schema = ...
... elenco = ...
... freccia = ...
... quaderno = ...
... appunti = ...
... esercizio = ...
... questionario = ...
... domanda = ...
... risposta = ...
il compito per casa = domácí úkol

Verbi chiave:

leggere = ...
prendere appunti = ...
rivedere gli appunti = ...
rielaborare gli appunti = ...
riordinare gli appunti = ...
sottolineare = ...
evidenziare = ...
cerchiare = ...
schematizzare = ...
studiare = ...
memorizzare = ...

[NB: nel corso di storia in italiano "memorizzare" è diverso da "studiare a memoria": "memorizzare" significa avere assimilato le informazioni e saperle richiamare alla mente anche a distanza di tempo. Implica pertanto che si è capito, che si sa ragionare su quanto si dice nella lingua straniera. Il libro non va studiato a memoria! Viceversa i vocaboli e il lessico vanno studiati a memoria perché non è ammissibile che dopo parecchie lezioni sullo stesso argomento l'alunno non conosca le parole-chiave.]

ripetere ad alta voce con parole proprie = ...
eseguire i compiti, fare i compiti = ...
elencare (sottinteso: in colonna) = ...

Caratteri tipografici = ...

a stampa: in corsivo = kurzíva
a stampa: in grassetto = ...
a stampa: sottolineatozdůraznil, zdůrazňují

a mano: in corsivo = ...
a mano: in stampatello = ...

maiuscolo = ...
minuscolo = ...

NB: Alla lavagna il prof. Torresani scrive in stampatello maiuscolo SOLO per evitare che qualche studente dica che non capisce la grafia, che non riesce a leggere.

Nelle fotocopie distribuite nel corso del quadriennio i "tre puntini" [...] corrispondono sempre a uno spazio vuoto che lo studente DEVE compilare.

Per convenzione, nelle fotocopie del prof. Torresani si usa il carattere sottolineato con gli imperativi, per porre l'attenzione su quanto lo studente deve fare.

Nelle fotocopie il prof. Torresani usa in genere il carattere tipografico "Verdana". Viceversa, quando vuole imitare la scrittura di uno studente, usa il carattere "Apple Casual".

5. Completa con la preposizione:

scrivere ... mano [NON alla mano]
scrivere ... macchina [NON alla macchina]
scrivere ... computer [anche sulla tastiera]
scrivere ... lavagna [anche sulla lavagna]
scrivere ... foglio, ... quaderno
scrivere ... corsivo maiuscolo, ... corsivo minuscolo
scrivere ... stampatello maiuscolo, ... stampatello minuscolo
ripetere ... memoria
ripetere ... le proprie parole
leggere ... libro, ... fotocopia, ... foglio
leggere ... alta voce
leggere ... bassa voce